Siamo in provincia di Forlì-Cesena nel comune di Tredozio, sulle colline dell’appenino romagnolo e più precisamente sul Monte Busca.
È qui che si trova il vulcano più piccolo del mondo.
Un vulcano? Beh, se stai pensando all’Etna o al Vesuvio, a grandi crateri, colate di lava ecc. … fermati. Non è niente di tutto ciò. È stato chiamato vulcano, ma non è propriamente un vulcano. Si tratta piuttosto di un fenomeno naturale molto suggestivo conosciuto anche come “fontana ardente”. Sto parlando di un fuoco perenne alimentato dall’emanazione spontanea di idrocarburi gassosi e gas naturali (in prevalenza metano) che, a contatto con l’ossigeno, rimangono sempre accesi per via delle loro proprietà infiammabili.
Forse dopo questa spiegazione “il vulcano più piccolo del mondo” ha perso un po’ di quell’alone romantico che avevo lasciato presagire, ma questa è scienza e sono sicura che avrà incuriosito anche qualcun altro oltre a me!
Fatto sta che le fiamme del vulcanello non si fermano mai. Lo spettacolo è molto suggestivo ideale per tutti i curiosi e i romantici, per gli amanti della natura, ma anche per famiglie e compagnie di amici!
Consiglio di visitarlo nelle giornate estive all’ora del tramonto, quando il cielo inizia a cambiare colore e la fiamma a diventare ancora più visibile. Tramontato il sole sarà lei la protagonista, ritagliata nel buio.
Cosa portare con voi: una buona compagnia, necessario per grigliata o picnic, qualche birretta da bere attorno alla fiamma, una cassa per la musica e teli per sdraiarsi e ammirare le stelle.
“Voto, diesci!”
Un po' di storia
In pochi lo conoscono, ma in realtà si parlava già di lui nel Medioevo.
Leonardo Alberti, frate domenicano bolognese vissuto nel XVI secolo, scrive in “Descrittione di tutta Italia” una delle prime descrizioni del vulcano:
«Poscia da Portico un miglio discosto vedere un luogo da gli habitatori del paese dimandato Inferno, ov'è la terra negra et ponderosa, nella quale vi è un buco largo da piedi quattro ov'esce una fiamma di fuoco, essendo accesa la terra con un solferino acceso et abbrucia ancora le legna verdi postevi et s'estingue con panni di lana gettativi sopra. Et quivi vicino ritrovasi assai medaglie d'oro argento e di metallo.»
Chissà se anche Dante lo avrà visto. Trascorse parte del suo primo esilio proprio in queste zone ed è curioso il fatto che un ruscello nelle vicinanze del vulcano sia stato chiamato proprio Rio Inferno. Inoltre, il corso d’acqua sfocia nel fiume Montone, fiume cantato dal poeta nel canto XVI dell’Inferno con il nome di "Acquacheta suso, avante che si divalli giù nel basso letto e a Forlì di quel nome è vacante". Coincidenze? Io non credo.
Infine, negli anni Trenta del Novecento catturò l’attenzione anche di Mussolini. Fece costruire un gasdotto per sfruttarne l’energia, ma questo venne poi bombardato nel 1944 dagli alleati. Ha così origine il vulcano per come noi oggi lo conosciamo e vediamo. Fu quel bombardamento che più di settant’anni fa provocò la fuoriuscita di gas proprio in quel campo, sul monte Busca.
Informazioni e posizione
Aperto 24h su 24;
Parcheggio gratuito;
Dal parcheggio basta seguire il sentiero di terra battuta evidente, breve ed agibile (no trekking, per intenderci);
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